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Wellnessproducts > Fototerapia

Luce e ritmi circadiani

Molti di noi danno per scontate le variazioni della nostra produttività durante la giornata. Non accettiamo il fatto che impieghiamo un certo tempo prima di svegliarci del tutto, che molti di noi si sentono stanchi dopo pranzo, e che abbiamo sonno quando fuori è buio.

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Ma in natura poche cose accadono senza una motivazione. La maggior parte dei nostri ritmi interni - temperatura corporea, ciclo sonno-veglia, etc. - varia con una lunghezza di circa 24 ore, da cui deriva la parola circadiano (da circa=circa e dies=giorno). Ma come fa il corpo ad andare di pari passo con l'ora del giorno?

Lo fa grazie al nostro orologio biologico interno, situato nel nostro cervello e chiamato nucleo soprachiasmatico (SCN). Il ciclo esterno luce-buio è tra gli indizi più importanti per il nostro orologio interno. I nostri occhi non consistono solo di coni e bastoncelli, che ci aiutano a vedere forme e colori, ma ospitano anche un terzo tipo di fotorecettore, chiamato fotorecettore circadiano. Questi recettori servono come rivelatori di luce che dicono al nucleo soprachiasmatico quanta luce c'è nell'ambiente circostante. Il nucleo soprachiasmatico quindi manda i segnali necessari agli altri organi affinché si comportino di conseguenza. Anche le opsine, nel cervello, sono sensibili alla luce.

Una volta che il segnale della luce è ricevuto dall'orologio biologico, può avere effetto sul nostro benessere in due modi: Può o avere un effetto immediato aumentando il livello di vigilanza o un effetto più a lungo termine sul ritmo circadiano ritardando i nostri ritmi interni.

Prima dell'avvento della luce elettrica, la gente viveva secondo i ritmi del sole. I loro orologi biologici non ricevevano stimoli che erano al di fuori del ciclo luce-buio. L'uso delle luci elettriche, l'industrializzazione e il bisogno crescente della società di essere attiva a ogni ora del giorno e della notte ha portato al logorio del nostro orologio interno e molte persone ne stanno soffrendo le conseguenze.

Tutti quelli che hanno lavorato nei turni notturni o che viaggiano cambiando fuso orario hanno sofferto le conseguenze date dall'orologio biologico sfasato. Ma comunque è la luce stessa che, nonostante è la colpevole di questi disagi, può esserne anche la cura, se usata al momento giusto.

La terapia della luce si è dimostrata efficace nella riduzione di jet-lag, problemi relativi ai turni di lavoro notturni e depressione stagionale. Essere più a conoscenza della relazione tra il nostro orologio biologico e la luce a cui siamo esposti migliora il nostro benessere e la nostra produttività giornaliera.

Melanie Rüger, Ph.D.
Direttrice Scientifica
Valkee
17.09.
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